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Il 3 giugno si è svolta un’interessante riunione on line organizzata da Roma interrotta, che ha preso spunto dal libro ROMA IL CORAGGIO DI CAMBIARE di Claudio Cipollini per avviare una serie di riflessioni sul futuro di Roma. Cosa si intende per futuro di Roma? Un cambiamento nella sua gestione? Una visione politica e culturale complessiva e integrata o una serie di interventi migliorativi? E quali sono le figure attuative?

Purtroppo nonostante l’indubbio valore e competenze dei partecipanti, essi hanno un po’ la postura dell’Angelo Novus di Paul Klee, l’angelo della storia che guarda il passato, dando le spalle al futuro. Questo non per vizio mentale, ma per l’inconscia consapevolezza di trovarsi in un ingorgo inestricabile di interessi leciti e occulti che si contrappongono, generando solo paralisi. Che è lo stato ideale di grida al cambiamento, ma agisce per mantenere pervicacemente lo status quo, in cui evidentemente ci si trova più che bene.

Non a caso nell’intervento conclusivo, Pino Galeota ha caldamente invitato tutti a non mollare mai e a tenere il fiato sul collo di chi deve attuare i progetti, sì ma di chi parliamo esattamente? Nessuno nell’amministrazione capitolina ha un reale potere decisionale, tutto si gioca sui veti incrociati, sui pareri di decine e decine di organismi e nel migliore dei casi, cioè quando si trova un accordo, è un compromesso annacquato a cui si arriva dopo anni. Sempre che non intervenga la magistratura.

A questo nodo gordiano che ricordiamo Alessandro Magno risolse recidendolo di netto a monte, si aggiungono 4 livelli di governo, centrale, regionale, comunale e municipale, la magistratura di cui sopra in tutti i suoi ordini e gradi e il grande cocomero che è la pubblica amministrazione.

Bene, a questo punto mi pare evidente che se non metti mano a queste distorsioni profonde che generano solo inefficienze e domotivazione professionale, non ci sono city manager che tengano, il sindaco di Roma e la sua squadra saranno pressoché nulli, se non dannosi, come ce ne sono stati tanti, a parte i sempiterni Nathan, Petroselli, Rutelli e forse Argan, ma più per Nicolini che per altro altro.

Calenda , mi dispiace citare sempre lui ma è l’unico attualmente vivente, dice che il sindaco di Roma è ostaggio dei sindacati di Ama e Atac e dei Vigili Urbani, mentre invita il segretario del PD a rinunciare al triumvirato Mancini, Astorre, Bettini identificandoli con una classe dirigente inamovibile, da anni sempre la stessa, buona solo ad affossare progetti anche validi, come quelli del Sindaco Marino. Con questi apparati il sindaco di Roma non va da nessuna parte. Come fare a rinnovare non credo sia molto difficile. Per esempio far confluire Ama in Acea sarebbe un buon inizio. Far ruotare i Vigili anche.

Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione è evidente che il nodo gordiano sta nel suo capitale umano. Sono troppi, poco qualificati e poco motivati, dirigenti e impiegati in egual misura. Questo costituisce un serio danno per imprese e cittadini. Prendiamo ad esempio il Superbonus al 110%. Un’ottima occasione a costo zero per rinnovare il patrimonio edilizio romano nell’efficientamento energetico con il salto di due classi, un’ottima occasione per l’edilizia, motore economico di tutte le riprese. Ebbene tutto ciò si stava per incagliare a Roma sull’incapacità degli uffici del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di fornire ai richiedenti la planimetria urbanistica e le relative autorizzazioni di costruzione dell’immobile da riqualificare. Mesi e mesi di attesa. Faccio notare tra l’altro che attualmente gli uffici del catasto sono chiusi al pubblico e che i primi appuntamenti sono previsti per luglio. Questi hanno lavorato un anno in smart working producendo poco o niente a stipendio pieno. Queste non sono disuguaglianze nei confronti di chi non ha questi privilegi?

E’ assolutamente improcrastinabile attivare la totale digitalizzazione di questi uffici. Il cittadino e le imprese non devono mai più avere a che fare con persone, ma solo con computer a cui affidare la richiesta di accesso agli atti e riceverli in tempo reale. Abbiamo visto con le prenotazioni dei vaccini che quando vogliono lo sanno fare. Vi immaginate se avessimo dovuto prenotare chiamando un ufficio? Impensabile. Stessa cosa per la richiesta di permessi di costruzioni, appalti e quant’altro. La commissione valutatrice non deve conoscere l’identità del richiedente e viceversa. Random. Assumiamo squadre di giovani informatici e digitalizziamo tutta la pubblica amministrazione. Ne va della nostra sopravvivenza.

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4 commento su “Superbonus e Superman”
  1. Hola Lucilla
    È la conclusione che da la’
    alla musica….sfiatati trombe tromboni chitarre violini per non parlare del batterista…. C’è ne uno che ci prova e’: Il mandolinista
    Sai sono napoletano.. Un po’ di parte

  2. Pino, ti ammiro e il fatto che sei napoletano aiuta non poco nel trovare strategie alternative di sopravvivenza. Ma le regole del gioco devono cambiare non tutti hanno la tua tempra. La gente si esaurisce o peggio si adatta all’inazione, infatti sembrerebbe che trovare un candidato sindaco sia più difficile che farlo.

  3. Disastro Capitale
    Ad oggi presso il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale si è creata una grave situazione di blocco presso l’Ufficio Archivio Progetti Edilizi preposto al rilascio delle copie dei progetti allegati ai titoli edilizi rilasciati. Attualmente l’ufficio riceve circa 4.000 istanze al mese, principalmente finalizzate alle attività di verifica di legittimità urbanistica per gli interventi collegati al Superbonus 110% legge 77/2020. La gestione delle attività è delegata al personale della società in house Risorse per Roma S.p.A., che in questo momento nonostante le sollecitazioni del Direttore del Dipartimento non fornisce un adeguato numero di personale per adempiere alle numerose istanze. Questa situazione sta creando un grave danno economico a tutti gli operatori (professionisti, imprese, Condomini e privati cittadini) che stanno operando nell’ambito delle attività legate agli interventi previsti dal Superbonus 110%, una delle poche opportunità di rilancio per l’economia oltre che importante opportunità di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. Questo è un grave atto di inadempimento amministrativo che coinvolge principalmente la responsabilità politica dell’Amministrazione Capitolina incapace di intervenire tempestivamente non solo nel prevenire tale situazione (era assolutamente prevedibile una tale mole di istanze) ma addirittura di affrontare e risolvere l’emergenza venutasi a creare. A questo si aggiunga che il Genio Civile della Regione Lazio non risponde in tempi brevi nel rilasciare copie dei progetti depositati delle opere strutturali. L’OICE (Organizzazione delle Società di Ingegneria) ha denunciato questo stato di immobilismo al presidente Zingaretti, all’assessore e al Direttore dei lavori pubblici dove ha sede il Genio Civile senza avere risposta. La situazione è ancor più grave poiché non consente di mettere in sicurezza i fabbricati se non si conoscono i dati tecnici delle azioni sismiche che furono alla base dei calcoli strutturali al momento della costruzione.
    Sarebbe opportuno intervenire con interrogazioni urgenti sia in sede di Assemblea Capitolina che di Regione Lazio (Ente che ha potere di commissariamento ad acta con i poteri sostitutivi) e anche presso le istituzioni parlamentari, per denunciare come questa è la dimostrazione plastica dell’inutile appesantimento burocratico di una procedura considerata la natura degli interventi, manutenzione straordinaria, di contro bastava, come è stato fatto con il DL Semplificazioni, dimostrare la sola esistenza di un idoneo titolo edilizio per attivare gli interventi legati al Superbonus 110% , in questo modo si poteva snellire enormemente tutto il procedimento amministrativo senza intasare di istanze gli uffici tecnici di tutte le nostre amministrazioni comunali. .

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