IMG_5750PER ROMA E LA REGIONE, É ORA DI CERCARE TEMI UNIFICANTI.
Superata l’esperienza per l’ unificazione di Italia Viva con Azione, rimane ben ferma l’ipotesi di federare quante più forze possibile fuori dai due populismi, sotto il contenitore di “Renew Europe”.
Quindi il problema concreto ed immediato è come dare sostanza a questo patto federativo e motivazione a chi si federa. Va tenuto conto che possono essere piccoli partiti ma ben consolidati nelle gerarchie ed esperienze e/o frange di partiti più grandi comunque già organizzate al loro interno; tutti sicuramente poco disponibili a modificare i loro equilibri interni e molto disponibili a trovare palcoscenici più ampi, in cui comunque non intendono perdere il loro profilo culturale ed elettorale.
Come trovare sostanza tra chi si federa con ragioni politiche, oltre che elettorali, per costruire una robusta lista unitaria alle prossime europee. La lista si dovrebbe costruire aggregando pensieri, su temi civici trasversali, su un “sentire collettivo” che unifica i pensieri di diversi partiti. Ci sono molte esperienze civiche in tal senso. Fondazione Rosselli, socialisti, organizza incontri pubblici che da avvenimenti concreti fa emergere dalla storia gli aspetti per una ridefinizione fondata del riformismo. Azione sta organizzando incontri sui temi più bisognosi di riforme incrociando una visione al passato e una innovativa. Addirittura il PD, con una frangia, svolge un confronto pubblico tra bisogni e quali e quale tipo di riforme servano davvero. Da ultimo la Moratti ha raccolto altri gruppo politici dispersi sul tema, per trovare un percorso unificante. Ora tocca anche a IV, iniziale animatore di questo dibattito, compenetrando tematiche e forze, aggregare e rappresentare i pensieri della società civile non bipopulista.
In tal senso tre messaggi politici unificanti, in questo contesto romano così mortificato e in un rapporto con la Regione inesistente, sembrano poter aggregare opinioni e aspirazioni comuni: – Roma non è come sembra; – Roma e i mestieri della città; – Roma un crocevia per lo sviluppo di tutto il Lazio. A ogni messaggio potrebbero essere ricondotte iniziative concrete, con incontri pubblici, interviste, iniziative politiche con atti o campagne, proposte di iniziative locali, costruzione di identità politiche, unendo un sentire popolare dai comitati di quartiere ai rappresentanti nei municipi e nei comuni, fino ai deputati. Si tenta di avere una conta di “chi ci sta”, costruire un terzo polo su un insieme di idee condivise e sentite davvero e forse utili.
Roma non è come sembra.
Roma ha le carte in regola per sperimentare una eco-città. Ad esempio ci si può riferire e aggregare opinioni nella configurazione dell’ovest, con cave attive, dismesse da rinaturalizzare, centrali elettriche, discariche, rottamatori, preesistenze, centralità di Massimina e compensazioni da PRG, fornaci, stazioni di Maccarese grandi estensioni agricole, Maccarese, fattorie come Torre in Pietra e Castel di Guido e Lattesano, siti preistorici e itinerari turistici, borghi. Si può dimostrare che alcuni retrobottega della città possono diventare, in fondo con poco, dei luoghi del tutto innovativi per una città migliore, e sono possibili molte iniziative nei Municipi.
Roma periferia o periferie. Va risolta, dai riformisti per primi, una controversa politica che non tiene conto di due diverse realtà sovrapposte. Una lettura duale tra “la periferia” e la “città” (il centro? I quartieri? la città fino al dopoguerra? La città degli anni 60? Una statistica per soglie su Roma?). Nella lettura duale vuol dire che c’è una Roma con dignità, lavoro e coesione di città ed una Roma con persone di servizio – a servizio – dei servizi – civili e urbani e direzionali: pusher e pali, riders, esercizi abusivi in genere, servizi dei servizi alla ristorazione, servizi ai servizi alla sanità e ai sociali. La seconda lettura è di una città per isole, con profili sociali e di vita ben diversi e uniti in microcosmi (dei quindici minuti?), che percorrono tutti gli strati e le composizioni sociali, ma non si parlano tra loro. La politica si deve esercitare ad amministrare un’unica strategia, ma a praticare mille forme differenziate di buon governo con azioni ben distinte: Corviale, TBM, S.M. della Pietà, Lunghezza, molte periferie senza niente in comune vanno trasformati in una realtà multiforme specifica e ben appropriata al quadro esistente, ma messa in grado di rendere una unica città coesa, partendo dagli arcipelaghi. Come si fa.
Il verde come spazio pubblico negato. Roma è una città con un abbondante non costruito tra i tessuti edificati, normalmente non manutenuto, abbandonato, scarsamente accessibile, sbocconcellato da spazi occupati abusivamente, non percepibile dai residenti, con beni identitari totalmente ignorati. Insieme vivono giardinetti o aiole di vicinato, lodevoli nell’intento, ma apparentemente capitati lì per caso come ritagli, oggetto di infinite diatribe locali che non sarebbe male conoscere. Anche nella città consolidatissima come Tuscolano, Centocelle, Ostiense sotto gli asfalti sopravvivono tracce di fossi intubati che con pochi soldi potrebbero essere rimessi in valore per un nuovo contesto tra i tessuti: Almone, Tor Sapienza, Grottaperfetta, Torre Spaccata, ad esempio. Il tutto spesso è riconducibile a rami di un reticolo verde che ancora trasmette l’impronta della forma naturale di Roma. Perché non renderle parti di continuità, ben percepibili, piacevoli da usare, percorribili almeno in parte, con usi compatibili di servizio al verde come sport, tempo libero, percorsi culturali eventualmente ciclabili, riuso di piccoli oggetti abbandonati, riconnessi a preesistenti piccoli luoghi di socialità? Insomma renderli verde vero. Compito della politica è ricostruire legami spezzati, con azioni ben mirate e poco costose, ben amministrati tra competenze di municipi o di Enti parco, eventualmente coordinati.
Roma e i mestieri della città. Roma è caricata di molti ruoli contemporaneamente.
Roma città metropolitana, con il ruolo istituzionale di coordinare le infrastrutture intercomunali, del grande polo, delle grandi direttrici nazionali e internazionali; di promuovere lo sviluppo con i comuni dell’area vasta sostenendo le comunità locali; di ottimizzare efficienza e costo dei servizi sovracomunali spesso amministrati in maniera disordinata. Tale ruolo non è sentito dagli abitanti come era invece quello della provincia, e l’Ente non trova il modo di tenere in piedi forti raccordi né con lo Stato né con i comuni.
IMG_5753Roma città Capitale. Ben dal 2009, con alterne vicende giuridiche, Roma è un Ente con funzioni di Capitale. Tuttavia non si vede l’avvio di immagine internazionale della Capitale che invece continua a ripetere se stessa, le funzioni tradizionalmente attribuite ad essa, ma mai con uno sprazzo di innovazione che la metta alla stregua di una grande città internazionale, se non per la magnificenza delle glorie passate. Anche alla luce dei decreti successivi, mai cancellati, quali funzioni possono da subito rafforzare l’immagine internazionale: turismo, come; finanza, quale; ministeri, quale nuovo aplomb; innovazione, dove e connessa come; insomma quale politica per conferire a Roma un ruolo autorevole.
Esempi: un riordino della cittadella dei palazzi delle istituzioni, un maggior decoro per alcuni obiettivi turistici, una immagine dinamica delle università e dei luoghi della cultura al posto del mordi e fuggi, la cura delle stazioni e del loro intorno, etc…. Se ne trae un chiaro quadro di impalcatura per le leggi, un chiaro quadro del volume e degli obiettivi finanziari, quale revisione di “Mirabilia”, la precisa costruzione dei modi di dialogo con lo Stato, proponendo un insieme che possa essere sostenuto pubblicamente.
Roma città del Vaticano. La convivenza con la capitale della Cristianità e l’Italia non si è mai davvero risolta. Dopo i grigi veli dell’aristocrazia nera e della speculazione ottocentesca, sotto altre forme è ancora assai presente un peso organizzativo e non bilanciato a carico della città di Roma: una mancata IMU contro servizi dal profilo assai privatistico, turismo giornaliero contro case per ferie da duecento stanze, grandi eventi con organizzazione e ripulitura dopo i grandi eventi medesimi, costi del traffico e grandi eventi senza mappe del disagio e con organizzazioni a carico solo dello Stato e della città. Se non si risolve questa convivenza di immagine, oltre a quella politica ancora pesantissima, Roma non sarà mai Città nel profondo. Da anni è individuata una opportuna revisione del Concordato su un accordo meno iniquo, ma continua a tacere.
Come portare in evidenza tutte le discrepanze di governo, la iniquità dei rapporti, i possibili correttivi che, con maggiori equilibri, salvaguardino l’immagine organizzativa e civica di Roma?
Roma crocevia dello sviluppo nel Lazio. Finora Roma è vista sia dai campanili custoditi dai Sindaci, sia dalla Regione e dallo Stato come un nemico da depotenziare e smembrare in mille vantaggi locali o come un costo aggiuntivo per la finanza pubblica, addirittura affermato dal piano strategico metropolitano di epoca Raggi, fortunatamente mai approvato. Invece va affermato e dimostrato che Roma è il crocevia dello sviluppo per tutto il Lazio. Tre ruoli da svolgere in piena sintonia con la Regione.
Roma Citta Metropolitana per lo sviluppo di tutti. Organizzando la nuova Istituzione, la finanza, con formule già collaudate di sostegni coordinati specifici (senza bandi falsamente equi) per i gruppi di imprese locali (ZES, ZAC, distretti, patti territoriali, contratti d’area…), secondo la configurazione fisica dei territori, con quello che già c’è si potrebbero sostenere specifiche economie di distretto e rafforzarne le spinte all’innovazione integrata e all’occupazione con nuovi profili professionali. Agricoltura zootecnia produzioni KM 0 e fruizione paesaggio agrario da Roma Ovest a Cerveteri e oltre; cave archeologia turismo tempo libero attrezzature metropolitane tra Roma Tivoli Guidonia; economie dei settori del mare e specializzazioni costiere tra Civitavecchia e Gaeta; economia dei capannoni dei depositi dell’intermodalità e ultimo miglio a Roma tra Fiano Passo Corese asse tiberina e Salaria; università scienza ricerca, polo tecnologico Unione Industriali parco Appia Antica tra Anagnina e Tiburtina; tradizione archeologia e vini viticoltura con economia circolare innovativa ai Castelli, economia manifatturiera multiforme della valle del Sacco. I valori aggiunti delle economie endogene selettivamente sostenute si ribaltano tutti a favore degli insediamenti locali e dei campanili e non al contrario. Civitavecchia e mare, Tiburtini e economie speciali, Castelli e spinte economiche endogene, sono qui richiami alla concretezza.
Roma crocevia nazionale e internazionale. Interesse di tutti e della regione Lazio è di contare nello scenario internazionale e i primo biglietto di presentazione sono g modo di arrivo nella città. Va applicata massima cura negli hub internazionali.
Fiumicino. Ampliamento con la quarta pista e il nuovo attestamento. Vantaggi a Benetton, forse, ma grande immagine di Roma con indotti interessanti: rafforzamento della direttrice tirrenica RFI sulla Roma Pisa, rafforzamento della stazione di Maccarese e ulteriore indotto per Castel di Guido e per prodotti a Km 0 su Roma, rafforzamento linea Roma Fiumicino per stz. Tiburtina già in corso, completamento dell’asse direzionale lungo l’autostrada, già tutto impiantato. Esempio tanto per sottolineare come conta un buon dialogo tra Roma e Regione.
STz. Tiburtina. Vero grande scolmatore delle direttrici internazionali, per cui RFI sta ottimizzando le reti (e massimizzando le bigliettazioni come è giusto) e senza compromettere territori nei tracciati tirrenici. Invece di un grande sforzo collettivo anche per ottimizzare le connessioni Regionali e Interregionali presenti, si assiste a un brutto lavoro a brandelli, con operazioncine di piccolo cabotaggio, un comportamento sbarazzino di RFI sui terreni, una totale incapacità di comprendere i nessi da parte del Comune.
Civitavecchia. Vero grande porto di Roma e del medio tirreno dopo Livorno, da raccordare e privilegiare sia come ultimo miglio per Roma sia turistico, con utile indotto di valorizzazione delle aree archeologiche fino a Fiumicino, sia come terminale merci per cui ben venga non solo la nuova derivazione ferroviaria al porto ma soprattutto la predisposizione come piattaforma per una delle due trasversali PNRR, già da Barcellona per Ancona Falconara fino in Dalmazia ed est Europa, con particolare cura per l’intermodalità portuale.
Si potrebbe continuare con stazione integrata Ostiense Piramide come snodo sud, tra Tevere e parco dell’Appia, stazione di Torricola e parco dell’Appia, Anello ferroviario….
E finalmente si potrebbe continuare con i grandi progetti per Roma. Centralità per Roma, che non devono essere più solo un un disegno sulla carta ma sono i luoghi dove ricadono i valori aggiunti di Roma: Massimina, Anagnina, Maccarese, Appia, Tivoli diventano parti e funzioni vive e attive della città e diventano tutti insieme una Capitale.
Vittoria Crisostomi
Roma 01.06.2023

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