Dimenticatevi Marino. Dimenticatevi Orfini. Dimenticatevi il Messaggero. Uscite a piedi per le strade di Roma. Vedrete i manifesti del Palazzo delle Esposizioni svegliarsi dopo anni di sonno con tre prestigiose mostre sull’Impressionismo, il design italiano e l’arte sovietica. Vedrete i manifesti di una grande retrospettiva di Balthus sulle due sedi delle Scuderie del Quirinale e dell’Accademia di Francia. Vedrete i manifesti di una mostra dello scultore Moore alle Terme di Diocleziano. Vedrete che potete finalmente visitare il Colosseo quadrato mai aperto e ora trasformato in sede della maison delle Sorelle Fendi con tanto di spazio mostre. Se avete voglia di arte contemporanea non andate al paludato Maxxi o al moribondo Macro ma andate al MAAM o fatevi un giro al Mandrione fra gli studios degli artisti che l’hanno scelto come location. Le periferie romane hanno infatti preso in parola Renzo Piano e sono tutto un rigoglio d’iniziative dagli orti urbani alla street art dai gruppi d’acquisto solidale ai coworking. La scena dell’Hip hop sceglie Corviale come quinta. Centocelle ha i suoi centri benessere ed enoteche. Tra le decine di start up e fab lab rincontrerete le decine di migliaia che si sono messe in fila per ore per visitare il Maker Faire alla Sapienza la più grande fiera dei makers europea ormai alla terza edizione. E qui che troverete le nuove forze vitali per la rinascita della città. E’ qui che la politica dovrebbe trovare i nuovi candidati per le prossime elezioni buttando a mare i candidati da 500.000 euro a campagna elettorale, i consiglieri da 100.000 euro a testa all’anno di manovra d’aula per il proprio bacino elettorale. Roma si salva se ritorna swinging buttando a mare tutto il vecchio consiglio comunale.

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1 commento su “Se Roma ritorna swinging”

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