Ritorno al passato per riappropriarsi del futuro: l’iniziativa di Alessandro Gassmann “Roma sono io” evoca un’antica consuetudine delle città e dei borghi medievali che regolavano l’apporto dei cittadini alla pulizia di strade e piazze dei quartieri. Una tradizione civica conservata per secoli che aveva educato gli individui abituandoli a non aspettarsi tutto dalle pubbliche amministrazioni.
Anche oggi, rinunciare a una porzione del proprio tempo libero per pulire una strada è un atto d’amore per il proprio quartiere. È questo il messaggio dell’attore che la società civile di Roma vuole condividere con un’iniziativa da rendere stabile e diffondere in tutti i quartieri della città.
Le borgate romane, evocate spesso da Pier Paolo Pasolini, sono state protagoniste di un’economia dell’immondizia che non andrebbe dimenticata. Oggi la chiamiamo raccolta differenziata, mentre allora era la cernita di materiali che il centro della città scartava e l’industria farmaceutica e cosmetica richiedeva. Un’economia tenuta in piedi dai baraccati, ai quali i netturbini cedevano ogni mattina parte dell’immondizia raccolta nelle vie del centro.
Oggi quei territori tendono a farsi borghi non più periferici. E i nuovi borghigiani vogliono conquistarsi uno spazio autonomo nel rimuovere l’immondizia per il gusto di rendersi utili, per rendere più attraenti i quartieri in cui vivono e seminare così un senso di appartenenza al proprio territorio.
Rimborghiamoci le maniche!
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— Giubileo x i Romani (@giubileoromani) 16 Settembre 2015
