l’odio non è una categoria politica/il guardare è la categoria della politica
Guardare significa essere estranei, nello sguardo c’è il giudizio, la capacità dell’alieno di porsi da un altro punto di vista, eccentrico, un punto di vista eccentrico è quello che occorre ora per vedere la realtà. Perché se “la realtà si vede meglio dalla periferia” è vero anche che la realtà deve rendersi visibile, ma visibile a chi? se l’altro è alieno, se lo sguardo non ha scampo, può solo guardare al centro, ma resta nullo perché il centro – ora – è vuoto?
Dove guarda allora, ora, la periferia?
Se riuscissimo a mettere a fuoco il suo sguardo avremmo il polso del futuro, un futuro cercato, un futuro disperato, un futuro iconoclasta, l’infinita lista dei futuri possibili, tutti periferici, tutti eccentrici, tutti alla disperata ricerca di un centro che non c’è più.
La politica, l’economia, la cultura…non danno più nemmeno la certezza della contesa, siamo tutti alieni a noi stessi e in questa terra incognita marciamo al buio.
dove? come? quando? perché? che cosa?
dalla periferia in cerca di un nuovo centro!
opera di Domenico Antonio Mancini, foto da Galleria Lia Rumma
