01-03-FAT-G-G-101-00-A3 (trascinato)Nella mischia attizzata dallo studio di fattibilità per il nuovo Stadio, l’A.S. Roma è riuscita a segnare il primo autogol.
Ricostruiamo l’azione. Nello studio di fattibilità  si parla di una “capienza complessiva di 55.000 posti estendibile a 62.000, con 7.000 posti utilizzabili su richiesta per specifici eventi” [estratto dalla Proposta di delibera del 7/2/2023]. Questa affermazione sfuggita dai piedi dei progettisti è servita subito a chiedere una dotazione di parcheggi calcolata per l’intera capacità di 62.000 spettatori trasformando in questo modo, uno Stadio concepito per 55.000 spettatori in uno per 62.000.
L’azione da manuale sarebbe stata quella, più puntale, di esprimere una cifra secca 55.000 o 155.000 spettatori attestandosi su quel numero. Nulla avrebbe vietato poi per “specifici eventi” di aggiungere ulteriori strapuntini senza che questi finissero per pesare sul dimensionamento delle strade e dei parcheggi.
Per tali “specifici eventi” evidentemente occasionali e temporanei nessuno avrebbe sollevato questioni. Gli esempi sono diversi. Per rimanere nell’ambito sportivo nessuno ha chiesto parcheggi aggiuntivi quando si trattava di ampliare lo stadio Flaminio per il 6 Nazioni con tribune provvisorie. Nessuno chiede parcheggi aggiuntivi in occasione della Parata militare del 2 giugno che satura di tribune l’intera via dei Fori. Nessuno chiede parcheggi aggiuntivi per i concerti al Circo Massimo. Nessuno chiede parcheggi aggiuntivi in occasione di tanti “specifici eventi” che trasformano le piazze romane durante l’estate. Nessuno chiederà parcheggi aggiuntivi per i grandi pellegrinaggi del Giubileo prossimo com’è stato per quello del 2000. Infatti, se si applicasse la stessa logica dello Stadio anche per tutti gli “specifici eventi” della città significherebbe stendere un velo funebre sulla vita civile o trasferire ogni attività alla nuova Fiera.
Tuttavia, questa dichiarazione di possibile estensione per un numero così preciso di ulteriori spettatori ha trasformato l’informazione in una richiesta di costruire ulteriori lande di parcheggi che si andranno ad aggiungere ai tanti che di continuo vengono sacrificati al dio della mobilità. Si avanza verso il futuro con la testa rivolta all’indietro. La stessa postura a cui Dante condanna Maghi ed Indovini. Come se nei prossimi decenni ancora continueremo ad usare l’auto nello stesso modo dei decenni passati. Nessuno guarda alla crisi del settore automobilistico, ma questo è un altro film e ora non mettiamo troppa carne al fuoco.
In conclusione, se un suggerimento si può esprimere sommessamente, come diceva qualcuno più importante del sottoscritto, converrebbe cancellare quel numero aggiuntivo di spettatori salvo poi in occasione dei “specifici eventi”, non certo più numerosi  di quanto avviene per esempio al Circo Massimo, ricorrere a specifiche soluzioni in funzione della durata e tipologia dell’evento.
Come sempre il territorio si governa guardandosi in giro, vivendo la città e non solo applicando le tavole della legge. Anzi per essere più precisi capire le tavole della legge prima di applicarle.

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