
Oggi ho proprio voglia di farmi un po’ di amici e dunque parlerò dei cani a Roma. In un report (senza una data, come spesso accade, del Comune di Roma- Ufficio per i diritti degli animali) nel Comune di Roma i cani registrati presso le anagrafi canine delle ASL sono 190.000. Oltre a questi, si aggiungono altri 280.000 cani di proprietà non registrati, per un totale di 468.000 cani. Francamente sono tanti, direi troppi. Quasi mezzo milione di esseri viventi che defecano e urinano più volte al giorno sui nostri marciapiedi e nei nostri parchi, scambiati per gabinetti dai loro proprietari. Qualcuno, sulle vie molto frequentate, raccoglie le feci, molti meno nelle vie secondarie. Nessuno lava l’urina. Guai naturalmente a farlo notare: nella migliore delle ipotesi di becchi un insulto. L’aggressività dei padroni dei cani è pari solo alla loro maleducazione.
Ieri mattina passando per Viale dei Quattro Venti, ho visto la proprietaria di un ristorante lavare il marciapiede con secchi di candeggina per cancellare e disinfettare numerose strisciate di pipì maleodorante (facevano 37°). Avendo i tavoli fuori, mi ha detto, deve lavare il suolo pubblico quotidianamente, non ha alternative, altrimenti nessuno si fermerebbe a mangiare in una latrina.
Non parliamo poi dei parchi pubblici. Sdraiarsi su un prato di Villa Pamphili o di qualsiasi altra villa romana è un esercizio di abilità quasi militare. Un po’ come schivare le mine anti-uomo disseminate nel terreno. Identificarle e bonificare. Per fortuna non c’è pericolo di esplosione, ma di sicuro non sei rilassato e devi fare molta attenzione.
Finalmente riesci a goderti un po’ di fresco ed ecco che arriva il cucciolone sfuggito, toh, al padrone che ti dà una bella leccata in faccia a tradimento. Guai a fare notare che non gradisci, immancabilmente la risposta è che è buonissimo, giocherellone, non ha mai fatto male a nessuno. Al padrone non passa nemmeno per l’anticamera del cervello che qualcuno possa non aver piacere ad avere un contatto con il SUO cane.
Ci sono poi quei tizi ipertatuati collo e mani, look minaccioso e faccia da banda della Magliana con l’immancabile pit bull al guinzaglio. Quando li vedo, mi chiedo chissà cosa vogliono comunicare con quel cane a fianco. Devi avere paura di me? Mi devi rispettare? Stai attento che ti faccio sbranare? Un tizio che abita a 50 metri da casa mia ha un dogo argentino, un incrocio creato per dare la caccia ai cinghiali e ai puma della pampa. Vi sembra normale portarlo a passeggio tra ponte Bianco e Stazione Trastevere?
Per fortuna da qualche tempo è in uso ritagliare porzioni di terreni recintati dette “aree cani”. Non voglio sapere cosa ci sia lì per terra e non so con quale coraggio si possa mettere un piede lì dentro. Rischi di buttare un paio di scarpe al giorno. La cosa non mi riguarda. Di fatto decine di cani scorrazzano in pochi metri quadri sotto gli occhi dei loro padroni. Che si scambiano opinioni e consigli mentre i quattrozampe dovrebbero, secondo loro, divertirsi un mondo. Io invece credo che stiano sviluppando nevrosi profonde. Come fai a rimanere sano se hai per padrona una signora che ti dice ogni 5 secondi:” Vieni da mamma”, “Quante volte ti ho detto che devi stare qui”, “Fra un po’ torniamo a casa a mangiare la pappa”?
Poi ci sono i cani parcheggiati per ore sul balcone che abbaiano e guaiscono tutto il giorno e spesso anche la notte. Una delle top rotture di scatole per dirla alla Rocco Schiavone. Ci sono quelli dei quartieri ricchi di cui l’unico che se ne cura è il domestico. Perché il cane fa status: è come avere un SUV e due figli. Occuparsene non fa parte del pacchetto. Ci sono quelli che amano dare ordini e l’unico che li sta a sentire è il cane. Tizi con le aspirazioni frustrate da capo. Poi quelli che scambiano la fedeltà e la dipendenza al capobranco per amore, dimenticandosi che il cane è un animale. Che tra l’altro pare costi tra gli 800 e 1500 euro l’anno. Meno di un figlio e almeno quando torni a casa ti fa le feste.
Mi pare un articolo esagerato. Sembra che tutti i cani siano simili al dogo argentino o al pitbull. Per sbaglio ho avuto uno Stafford Shire bellissima, ma non ho neppure un cm di pelle tatuato e sono una tranquilla. Si socializza benissimo attraverso i cani e quando si mostra questo ribrezzo per i cani, spesso si hanno le stesse percezioni per gli esseri umani.
Concordo pienamente. Ormai camminiamo tutti a testa bassa per evitare di calpestare le feci che i padroni ignorati non raccolgono, oltre ad infrangere la legge si rischia un problema sanitario specialmente in questo periodo con questo caldo.
Il finale è il clou dell’articolo….avendo avuto dei piccoli cani tranqulli e socievoli.. Posso capire quando ti dicono che è uno della famiglia.. Rivendico di essere stato un suo amico essendo la sua padrona mia moglie condividevo con lei lo stare insieme..
PG
Come fare a trasmettere ai padroni che mezzo milione di cani in una città come Roma sono troppi e che collettivamente sono diventati un problema? Come comunicare loro che singolarmente se ne devono far carico? Avere un cane non è un diritto, può essere un piacere se non diventa un dispiacere per altri.