La nostra città non finisce di stupirci. La storia pervade ogni lembo del suo territorio. Michele Mattei con questo “FICANA l’ultimo banchetto” (155 pagine € 14,50 edizioni Horti di Giano, 2021) ci immerge nella quotidianità dell’antica città di Ficana oggi incistata fra gli abitati di Dragona e Dragoncello.
I resti della città sono stati oggetto di scavo e di studio fra il 1975 e il 1981 a cura della Soprintendenza archeologica di Ostia e degli Istituti culturali di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia. Oggi sono in parte ricoperti e tutelati all’interno del Parco del Drago gelosamente custoditi dagli abitanti di Dragona. Lo stesso Parco del Drago con le sue viste panoramiche sul Tevere e sui colli Albani merita una visita anche occasionale.
Proprio lo scavo archeologico e il contatto materiale con la storia hanno ispirato l’autore. Infatti, Mattei ci introduce alla storia documentata dagli scavi attraverso la vivida quotidianità del protagonista Priscos e dei suoi legami affettivi e famigliari. La narrazione si svolge all’epoca del quarto Re di Roma: Anco Marzio (641-616 a.C.). Sarà sotto il suo regno la prima Roma inizia a dilatarsi proprio “sopra altri colli, lungo le rive del fiume sacro, sino alle spiagge del Tirreno”.
Il Latium vetus era stato già esplorato fuori dagli schemi abituali dal film “Il primo re” (Matteo Rovere, 2019). Ora con questo nuovo testo esploriamo la ricchezza delle altre città che sono state fagocitate dall’espansione di Roma prima in epoca storica e poi in epoca più recente anche urbanistica.
Con il suo “Ficana” Michele Mattei restituisce agli abitanti di Dragona le proprie radici. Non solo un nucleo spontaneamente sorto fra la Via Ostiense e il Tevere ma un luogo morfologicamente caratterizzato. Le prime colline che si affacciano sul Tevere. Forse proprio l’approdo di Enea. Non più campi agricoli in attesa di trasformazione edilizia ma testimonianza di un passato di prestigio che ha contributo alla costruzione della storia millenaria della capitale. Un solido motivo per salvaguardare quanto ancora non consumato dall’urbanizzazione indifferenziata.
Oltre Ficana, diversi sono gli insediamenti di cui per troppo tempo la memoria è stata assorbita dalla storia predominante di Roma. Solo per ricordare alcuni. Antemnae, oggi Villa Ada-Monte Antenne; Crustumerium, oggi Parco della Marcigliana; Fidenae, oggi l’omonima Fidene sulla via salaria; Medullia, presso stat’Angelo Romano; Politorium oggi Castel di decima; Satricum presso Latina; infine Laviniom, oggi Pomezia e Antiom oggi Anzio. Una serie numerosa di centri minori scomparsi di cui cui solo per alcuni sono state indagate le evidenze fisiche come nel caso di Ficana.
In conclusione, il testo di Mattei ha il pregio di far riappropriare all’estesa conurbazione romana una sua dignità storica. Le radici del nostro territorio non sono solo quelle maggiori concentrate all’interno delle mura ma sono presenti pressoché in ogni quartiere. Questo lavoro apre una prospettiva di radicamento storico per tutte le nuove municipalità che un’attesa riforma istituzionale prima o poi dovrà riconoscere alla capitale.

