Anche la ciclabilità entra nella partita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con un investimento quantificato in 600 Milioni di Euro. Con questa misura si stima di realizzare circa 570 km di nuove “piste ciclabili urbane e metropolitane” e circa 1.250 km di nuove “piste ciclabili turistiche” di cui la metà nelle Regioni del Sud per migliorare la coesione nazionale.
Lo stesso Piano valuta in 7,6 Miliardi di Euro il valore dell’indotto economico annuale nel settore della bicicletta e stima in circa il 20% l’incremento del numero di ciclisti dal 2019 al 2020 a causa Covid. Questo dato è in linea con l’aumento dell’uso della bicicletta per gli spostamenti sia abituali che occasionali passato dal 25,2% sul totale degli spostamenti in epoca pre-Covid nel 2019, al 31,3% sul totale nel periodo considerato post-Covid di giugno 2020 (vedi GRAB 1 pubblicato il 13.4.2021).
Quindi la bicicletta che era essenzialmente relegata nel settore hobby e sport esce dalla collocazione di nicchia per diventare uno degli elementi strategici della ripresa e della transizione ecologica. Inutile ripetere i fattori di questo successo che il Covid ha solo innescato, individualità, benessere psicofisico e non ultimo ingombri e costi ridotti all’essenziale. A questo poi si è aggiunta la pedalata assistita che ha superato il limite della prestanza fisica.
Ora questo più esteso fabbisogno di spostamento in bicicletta, supportato dai finanziamenti, si deve sublimare in una capacità progettuale capace di interpretare le esigenze essenziali degli utenti e tradurle i spazi pubblici disponibili per una pluralità di scopi. Non a caso nel testo del PNRR si usa in maniera indifferente il termine ciclovie e piste ciclabili distinguendo queste ultime in urbane e turistiche.
In questo senso l’attribuzione al GRAB di una specifica funzione definita turistica in un’area urbana rappresenta una contraddizione nei termini. Come se fosse possibile limitare l’uso degli spazi urbani a specifiche categorie di utenti in funzione dello scopo del viaggio e non in funzione del mezzo utilizzato.
Con la bicicletta si può andare a scuola, al lavoro, a fare la spesa e anche a spasso per sport o per turismo sono tante le occasioni che in città prescindono dalla categorizzazione. Come del resto si potrebbero pensare marciapiedi per turisti e marciapiedi per gli altri cittadini ?
La città che ci piace, quella storica cresciuta prima delle norme tecniche e dei regolamenti sono fatte come si dice a misura d’uomo, quindi anche la nuova mobilità ciclabile dovrà ripartire dall’uomo concepire i percorsi come linee governate dalla ricerca della minima resistenza. Partire dai luoghi e non calare astratte geometrie sui luoghi forzando natura e caratteristiche. Dall’occasione GRAB ci aspettiamo grandi cose. La prima pista ciclabile progettata in epoca post-covid. Quindi un vero Grande Rammendo Anulare delle Bici che riprenda i fili interrotti della mobilità cittadina. (4 – Continua, forse)

[…] GRAB 4 La ciclabilità prossima ventura di Maurizio Geusa03-05-2021 (da Romainpiazza.it) […]