La Deliberazione della Giunta Capitolina n.86 del 19 maggio scorso, “Linee guida e criteri generali finalizzati all’avvio del Programma Strategico per il superamento della condizione di disagio e della condizione di emergenza abitativa nel territorio capitolino”, con una corposa Relazione è tornata sull’argomento del fabbisogno abitativo con particolare riferimento alle fasce sociali più deboli. La Giunta Capitolina è tornata sul tema a distanza di 10 anni dalla precedente Deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del 1° marzo 2010 “Indirizzi per il “Piano Casa” del Comune di Roma”.
Entrambe le Deliberazioni utilizzano la medesima ricerca commissionata nel 2010 a Risorse per Roma la quale, a sua volta, si era avvalsa della collaborazione di CRESME Ricerche S.p.A., per verificare gli scenari della domanda abitativa nel territorio Capitolino nell’arco temporale 2010-2019. L’estensione dello scenario temporale al 2019 ha consentito di utilizzare nell’attualità le proiezioni formulate nel 2009.
Nello studio del CRESME viene analizzata in dettaglio la domanda definita come “in stato di insoddisfazione abitativa” ovvero senza abitazione oppure con difficoltà a permanere nell’abitazione in cui risiede secondo la seguente articolazione:
- Nuclei senza abitazione o in sistemazioni precarie,
2.223 unità alloggiative al 2010 proiettate in 2.446 nel 2019.
Nel 2010 (D.C.C. 23) la stessa categoria era stimata pari a 5.000 alloggi con la precisazione che in tale cifra erano inclusi circa 500 nuclei familiari rientranti nella componente irregolare per i quali sono previste forme differenziate di intervento anche da parte delle Amministrazioni Centrali (per es. Ministero Interno). Dei restanti 4.500 nuclei familiari oltre 1.500 erano ricoverati presso strutture residenziali convenzionate con l’Amministrazione Comunale e quindi la domanda residua era stimata in 3.000 alloggi. Quantità non distante dai 2.446 indicati oggi nel 2020. Comunque anche le strutture residenziali convenzionate (forse residence ?) non possono essere considerate sistemazioni definitive e quindi verosimilmente il fabbisogno per i nuclei senza casa si aggira intorno ai circa 4.000 alloggi.
- Famiglie che soffrono un disagio economico nel fare fronte ai canoni di affitto giovani coppie anziani e famiglie mature in difficoltà occupazionale:
29.453 unità alloggiative al 2010 – 35.932 famiglie nel 2019;
La categoria più corposa era stata già stimata pari a 36.600 nella nella D.C.C. 23/2010. Tale cifra secondo la stessa D.C.C. 23/2010 comprende:
− 7.800 alloggi/famiglie di recente formazione (o giovani coppie) che risultano in condizioni di reddito inadeguato a sostenere il canone d’affitto;
− 9.600 alloggi per famiglie caratterizzate dalla presenza di almeno un soggetto ultra 65enne, che risultano essere in condizioni di non sostenibilità del rapporto canone/reddito da pensione;
− 19.200 alloggi riconducibili alle categorie di famiglie unipersonali, separati, divorziati, ricostituite, di questi 7.300 alloggi sono riconducibili ai nuclei familiari di immigrati regolari;
- Famiglie di nuova formazione che, a causa dei prezzi elevati permangono nella famiglia di origine o cercano la risposta abitativa nei mercati fuori Roma:
3.340 unità abitative nel 2010 – 13.150 famiglie nel 2019 (la differenza non è di poco conto in dieci anni il numero si quadruplica senza una motivazione dichiarata), mentre nella D.C.C. 23/2010 questa categoria non era presente.
- Famiglie proprietarie in stato di forte disagio, in particolare per fare fronte alla rata del mutuo:
7.690 unità abitative nel 2010 – 8.070 famiglie nel 2019. Sono famiglie che già dispongono di un alloggio e pertanto richiedono interventi di carattere finanziario.
Nella D.C.C. 23/2010 il numero per la stessa categoria era stimato in 4.200 ed anche allora si prevedevano strumenti di carattere economico finanziario.
- Studenti, che a causa dell’assenza di un’offerta dedicata, occupano con difficoltà finanziarie alloggi di tipo tradizionale;
4.560 unità abitative nel 2010 – 4.800 famiglie 2019.
Nella D.C.C. 23/2010 il numero per la stessa categoria era stimato in 4.400. In senso stretto il fabbisogno alloggiativo degli studenti riguarda il diritto allo studio e coinvolge le politiche per l’istruzione più che quelle per le abitazioni. In questo settore l’eventuale diffusione dell’insegnamento a distanza potrà incidere in modo significativo sulla domanda alloggiativa.
- Lavoratori fuori sede, per l’assenza di offerta dedicata:
Indicati come pari a 1.032 famiglie/unità abitative.
Nella D.C.C. 23/2010 il numero per la stessa categoria era stimato in 2.600. Questa categoria esprime una domanda specifica e temporanea che difficilmente può essere soddisfatta con politiche residenziali pubbliche.
In conclusione la somma di tre categorie:
- nuclei senza abitazione o in sistemazioni precarie: 2.446 famiglie;
- famiglie che soffrono un disagio economico nel fare fronte ai canoni di affitto giovani coppie anziani e famiglie mature in difficoltà occupazionale: 35.932 famiglie
- famiglie di nuova formazione che, a causa dei prezzi elevati permangono nella famiglia di origine o cercano la risposta abitativa nei mercati fuori Roma: 13.150 famiglie
determina un fabbisogno totale di 51.528 nuovi alloggi da offrire a canoni calmierati per il segmento debole della domanda abitativa e da realizzare prevalentemente nei Piani di Zona in quanto questo è lo scopo della DGC 86/2020.