ROMA INTERROTTA – L’impatto dello smart-working sulla città

 

  1. La rivoluzione culturale dallo spazio al contenuto
  2. Sensazioni e dati 
  3. Il tesoretto del Patrimonio immobiliare pubblico

Per un fenomeno in piano svolgimento prevalgono ancora sensazioni soggettive piuttosto che i più oggettivi dati statistici. Comunque, per sgrossare l’ordine di grandezza del tema e delle sue prospettive possiamo mettere insieme le poche informazioni disponibili.

La platea degli smart-workers è stimata fra i 6 e gli 8milioni su circa 23milioni di occupati in Italia, cifra che corrisponde al 30% del totale degli occupati. Si tratta in prevalenza di personale pubblico se, come ha registrato il Ministero del Lavoro, sono solo 1,8milioni i lavoratori agili nel settore privato, pari a circa il 25% del totale degli smart-workers. Questa quantità ridotta del settore privato può essere dovuta alle attività maggiormente manifatturiere e legate direttamente a beni e servizi rispetto al settore amministrativo/direzionale più facilmente delocalizzabile.

In particolare per quanto riguarda il settore pubblico, “Il ministro Fabiana Dadone ha fissato l’obiettivo quest’anno del 50% dei dipendenti pubblici in smart working. Per il 2021 si punta al 60%” 

Che significano questi numeri e queste percentuali applicate al caso di Roma ?

Con tutte le approssimazioni necessarie, se a Roma si trasferiscono queste stesse percentuali su circa 1,8milioni di occupati totali il 25% rappresenta circa 450mila unità.

Cifra non piccola, Bologna per esempio si ferma a 390mila abitanti. Se poi si considera che i luoghi di lavoro amministrativo/direzionali sono condensati in pochi poli fra Eur e Centro Storico, viene fuori l’immagine di città vuota che abbiamo sotto gli occhi soprattutto per le saracinesche calate. Quindi l’ordine di grandezza degli smart-workers romani coincide anche con la percentuale di occupati nel terziario avanzato indicato nel 21% rispetto al totale degli occupati.

In conclusione una città più grande di Bologna non abita più nei luoghi abituali di lavoro. Fatevi una domanda sulle conseguenze nei trasporti, nell’indotto, nei servizi e, in particolare, nella somministrazione. Altrettanti 450mila abitanti tornano a vivere e non solo a dormire in periferia fertilizzando il deserto commerciale che eravamo abituati a conoscere.

Infine un richiamo a Roma Capitale. L’Amministrazione Capitolina è distribuita in 709 sedi comprese scuole e asili, per 822mila metriquadri occupati da 23mila addetti. Se a questi numeri applichiamo il programma ministeriale del 60% per il 2021 liberiamo qualcosa come 4/500mila metriquadri di uffici. Spazi che qualora fossero trasformati in residenze potrebbero ospitare circa 18 mila stanze/abitanti pari ad almeno 6.000 alloggi. Tradotto in altre parole potrebbero ospitare tutti i “Nuclei senza abitazione o in sistemazioni precarie” stimati nel 2010-2019 in circa 5.000.

Certo, non tutti agiscono “Come ha fatto Pinterest (social media company) ad esempio: ha pagato 90milioni di dollari per dare la disdetta alla sede vicino al quartier generale a San Francisco per trovare soluzioni più adatte a una forza lavoro distribuita sul territorio.” 

Forse sarà un’idea troppo invadente ?

ISTAT “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19” (rilasciato il 15 giugno 2020)

Allegato statistico 

Tavola 8A 

Percentuale del personale dell’impresa in lavoro a distanza o Smart Working sul totale del personale nei periodi indicati per settore di attività

D – fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria condizionata:  gennaio- febbraio 3,3% marzo-aprile 29,6%; maggio-giugno 17,2%

J – servizi d’informazione e comunicazione gennaio- febbraio 5,0% marzo-aprile 48,8%; maggio-giugno 33,2%

K – attività finanziarie e assicurative  gennaio- febbraio 2,4% marzo-aprile 26,1%; maggio-giugno 16,5%

L – attività immobiliari gennaio- febbraio 2,1% marzo-aprile 25,7%; maggio-giugno 11,2%

M – attività professionali scientifiche e tecniche – febbraio 4,1% marzo-aprile 36,7%; maggio-giugno 20,0%

N- noleggio agenzie di viaggio e supporto alle imprese  gennaio – febbraio 2,7% marzo-aprile 14,5%; maggio-giugno 10,8%

P – istruzione  gennaio- febbraio 3,1% marzo-aprile 33,0%; maggio-giugno 27,7%

Tavola 8B

Percentuale del personale in lavoro a distanza o Smart Working sul totale per regioni e ripartizione geografica

Lazio – gennaio- febbraio 1,2% marzo-aprile 10,2%; maggio-giugno 7,4%

Italia – gennaio- febbraio 1,2% marzo-aprile 8,8%; maggio-giugno 5,3%

Classi di addetti per ripartizione geografica

Centro

3-9  gennaio- febbraio 1,1% marzo-aprile 7,5%; maggio-giugno 5,1%

10-49- gennaio- febbraio 1,2% marzo-aprile 11,0%; maggio-giugno 7,4%

50-249 — gennaio- febbraio 2,1% marzo-aprile 22,2%; maggio-giugno 16,7%

250 e oltre – gennaio- febbraio 5,2% marzo-aprile 35,6%; maggio-giugno 29,8%

http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/20-05-2020/dadone-“mai-piu-il-cartellino-gli-statali-negli-uffici-smart-working-al

http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/20-07-2020/“lo-smart-working-non-e-quello-del-lockdown-piu-produttivi-alla

http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/20-07-2020/“lo-smart-working-non-e-quello-del-lockdown-piu-produttivi-alla

Quanti in futuro si stabilizzeranno da casa?

«Con il Pola la percentuale sarà del 50% nel 2020 per le attività eseguibili in modalità agile, che verranno definite dagli stessi dirigenti e non calate dall’alto, per arrivare al 60% da gennaio 2021».

CENSIMENTO PERMANENTE DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE 2017: I PRINCIPALI RISULTATI

“La digitalizzazione imposta dal cambiamento delle nostre abitudini di lavoro, accelerata dalla pandemia, è destinata a rimanere una  caratteristica permanente della nostra società. E’ diventata necessità: negli Stati Uniti la stima di uno spostamento permanente del lavoro dagli uffici alle abitazioni è oggi del 20 % del totale dei giorni lavorati.”  

 

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